PAFF…BUM Lucio Dalla

PAFF...BUM Lucio DallaNel 1966 un outsider un po’ arruffato esordisce a Sanremo. Propone un pezzo non affine alla retroguardia festivaliera, e viene eliminato prima della finale. La stessa sorte tocca a Il ragazzo della via Gluck, ma Celentano può consolarsi grazie alle vendite. Vince Dio, come ti amo, di Domenico Modugno, mentre la vera trionfatrice è Caterina Caselli con Nessuno mi può giudicare. Per Lucio Dalla il successo arriverà più avanti. Più avanti ancora diventerà un cantautore completo. Paff…Bum invece è scritta da altri (la coppia Bardotti-Reverberi), e complice il suo interprete rischia di essere recepita come una roba strana se non buffa. Il titolo è un’onomatopea da fumetto. Lo stesso Dalla, sulla copertina del disco, si appresta a demolirlo caricando un lancio da giocatore di baseball, in un’immagine che ricorda una vignetta. Paff bum è il sussulto scatenato da un amore inatteso e sconvolgente: Paff… Bum! Un tuffo in fondo al cuore / Paff… Bum! L’amore mio sei tu / Paff… Bum! È stato all’improvviso / Paff… Bum! E non ragiono più. Ma l’infatuazione non tarda a svanire: Paff… Bum! L’amore è tutto qui / Blum… Pa! L’amore è già finito / Blum… Pa! L’amore viene e va. Potrei azzardare che si tratta di una sveltina, di una botta e via, tanto più alla luce del verso E niente io so di te / È meglio così. Ma devo essere io quello fissato, o quantomeno malizioso, dato che la zelante censura anni 60 non ha nulla da eccepire. Un fischio seguito da un colpo netto sottolinea il paff bum. Verosimilmente sono un flauto e un timpano, usati più come effetti sonori che come strumenti musicali……..Rullate a scatti, Dalla che aggiunge qualche vocalizzo dei suoi. Volendo ricorrere a etichette di genere, direi che il brano risente del fermento beat che sta coinvolgendo anche l’Italia. Sul palco dell’Ariston gli Yardbirds ne offrono una loro versione, e il presentatore in vena di benevolenze li definisce Gallinacci. Ci manchi tanto Mike.

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